La coltivazione del ciliegio, a Lari – un piccolo comune dell’entroterra collinare pisano – ha una tradizione antica, come ci racconta la presenza di numerose varietà di ciliegio autoctone secolari.
Nel corso del tempo i coltivatori sono riusciti a creare numerose varietà di ciliegie: quelle più antiche sono la Marchiana, considerata la regina tra le ciliegie locali, la Papalina, la Gambolungo, la Morella, la Isigliano, la Giardino, la Siso, la Crognola ed il Cuore; a queste se ne sono aggiunte altre negli ultimi tempi.
Quasi tutte le aziende agricole del territorio hanno alberi di ciliegio: si contano circa 6.000 piante sparse tra i campi o sui bordi di vigneti che producono i loro frutti succosi con tecniche tradizionali.
La raccolta, circa 500 quintali, viene fatta esclusivamente a mano e destinata immediatamente al consumo prevalentemente locale.
Una piccola parte della è destinata alla trasformazione, che avviene generalmente tra le mura domestiche, anche perché a Lari e nei dintorni non vi sono impianti professionali per la trasformazione della frutta in conserve e confetture.
Le ciliegie più adatte alla trasformazione, in ogni caso, sono le varietà Morella, Papalina e Gambolungo. Queste hanno un elevato tenore zuccherino della polpa e una buccia molto sottile.
Lari dedica a questo suo gustoso prodotto una sagra che dura un’intera settimana, proprio nel periodo della raccolta.